Via libera alla vendita, principio attivo sotto il 5%. Gettito fiscale da 500 milioni
«Chiederò da domani la chiusura di questi negozi. Vanno sigillati dal primo all’ultimo». L’8 maggio 2018 Matteo Salvini lanciava dal Viminale la sua crociata contro la cannabis “light” (leggera, a basso contenuto di principio attivo, ndr). Seguirono decine di sequestri con l’accusa di spaccio e poi, la scorsa estate, la sentenza della Cassazione a sezioni unite che vietava la vendita di infiorescenze, olii e resine a meno che il giudice ne escludesse «la reale efficacia drogante». Ora la situazione si è ribaltata. Mercoledì notte è passato un emendamento alla manovra che legalizza la vendita di cannabis a basso contenuto di Thc.
L’emendamento nella manovra
«Ragazzi ce l’abbiamo fatta! E stata un’opera di convincimento di quasi due settimane e ci sono volute 15 ore di fila», ha esultato su Facebook Matteo Mantero. Il senatore MSS, da tempo in prima fila sul tema, non ha mai nascosto le resistenze del suo partito. Il Movimento temeva di esporsi a un boomerang politico che Salvini avrebbe colto al volo per andare all’attacco. L’intesa è stata raggiunta dall’intera maggioranza, con la firma dell’emendamento da parte di un altro senatore pentastellato, Francesco Mollame, Loredana De Petris e Paola Nugnes (LeU), Monica Cirinnà e Daniela Sbrollini (Pd).
Negozianti, aziende agricole e produttori, oggi circa tremila in tutta Italia, possono tirare un sospiro di sollievo. I commercianti erano precipitati in un limbo di debiti e minacce di chiusura. Oltre duemila posti di lavoro, compreso l’indotto, erano stati persi. Mercoledì scorso un negoziante di 22 anni ha tentato di togliersi la vita in Veneto. Ora cambia tutto. Dopo l’approvazione della manovra, dal primo gennaio 2020 - salvo colpi di scena - la cannabis “light” sarà venduta legalmente da tabaccai e negozi.
L’emendamento approvato stabilisce che «la biomassa di canapa (Cannabis sativa L.), l’intera pianta di canapa o sue parti, è sottoposta a imposta di fabbricazione applicando al prezzo di vendita le aliquote percentuali in misura pari a euro 12 per mille chilogrammi, per ogni punto percentuale di cannabidiolo (CBD) presente nella biomassa». Tradotto: questa accisa potrebbe generare 500 milioni all’anno di gettito per lo Stato. Non proprio bruscolini, in un momento in cui si fanno i salti mortali per far quadrare i conti della manovra. L’altra novità importante riguarda la concentrazione di Thc, il principio attivo: dovrà essere inferiore allo 0,5%. In questo modo il testo unico sulle sostanze stupefacenti viene contestualmente modificato: la cannabis con percentuali inferiori è considerata priva di effetti psicotropi, quindi esclusa dalla tabella delle droghe.
by FILIPPO FEMIA